Il free-climbing è una tecnica di scalata in libertà, ci si assicura con corde e chiodi solo in prevenzione di una caduta e non per aiutarsi nella risalita. In Italia questa tecnica inizia a prendere il sopravvento intorno agli anni ‘70, in Piemonte. La differenza sostanziale tra il free-climbing e la scalata alpinistica tradizionale, sta nel non avere come obiettivo la conquista della vetta, ma lo stile della scalata ed il piacere di rimanere in parete. Le tecniche di climbing dunque si affinano, vengono utilizzate delle prese molto impegnative, a volte si tratta di fessure dove ci si ancora con le dita, consideriamo che più la presa è piccola maggior intensità di carico si trasmette ai tendini flessori. Ogni tipo di presa ha un carico sulle articolazioni digitali, sui tendini flessori e di conseguenza sulle pulegge flessorie, che varia con la flessione delle dita. Nella tecnica di free-climbing l’arto superiore lavora in trazione e quello inferiore lavora in spinta. Parallelamente al free-climbing outdoor, sono nate le palestre indoor, dove i climberg si possono allenare su pareti artificiali e”blocchi“che fungono da prese. Questo allenamento è assai più intenso e varia a seconda della dimensione delle prese e dell’inclinazione della parete, il corpo ha un ruolo fondamentale, si richiede elasticità ed equilibrio ed una buona forza muscolare per sostenersi “agganciati” alla parete. L’avvento delle palestre per praticare il free-climbing indoor ha aumentato notevolmente l’afflusso di persone che oggi praticano questo sport, di conseguenza si sono evidenziate problematiche tendinee e articolari in numero sempre crescente. In questo lavoro abbiamo revisionato la letteratura in merito al trattamento della lesione delle pulegge ed abbiamo proposto uno splint anulare da adottare dopo lesione parziale di una puleggia o dopo riparazione chirurgica in fase di ripresa dell’attività sportiva. In merito alla lesione di una o più pulegge possiamo stabilire se il trattamento da effettuare sia conservativo o chirurgico. È stato inoltre proposto un trattamento riabilitativo-diagnostico descritto da Carrie Cooper et al. nel 2019, che permette di impostare il trattamento riabilitativo suddividendo il tipo di lesione in: grave, moderata o lieve e di conseguenza scegliere se bloccare totalmente o parzialmente il movimento. Come prevenzione si consigliano stretching e riscaldamento prima di affrontare una risalita, buon bilanciamento e stabilizzazione del CORE, flessibilità del tronco, massimizzare la forza muscolare flessoria con allenamento isometrico.