Nella prima parte vengono esposti e commentati i principali termini chirurgici correlati al trattamento della malattia di Dupuytren.
Nella seconda parte vengono descritte le varie tecniche chirurgiche, analizzandone i vantaggi e gli svantaggi.
Nella terza parte vengono dapprima illustrati i risultati di varie ricerche chirurgiche, che hanno dimostrato la possibilità di prevenire le recidive della malattia di Dupuytren, mediante l’intervento di dermofascectomia e l’innesto di cute a tutto spessore.
Vengono poi illustrati i risultati di ricerche immunoistochimiche e con il microscopio elettronico, che hanno riscontrato la presenza di miofibroblasti nella cute e nel sottocute sovrastanti la fascia affetta dalla malattia di Dupuytren e il ruolo di inibizione sui miofibroblasti da parte degli innesti cutanei a tutto spessore.
Nelle conclusioni vengono precisate le tecniche chirurgiche che l’Autore ritiene più indicate per il trattamento della malattia di Dupuytren in varie circostanze:
- la fasciotomia con l’ago o con incisioni mini-invasive, nei pazienti anziani con contrattura di grado moderato della sola metacarpo-falangea;
- la tecnica a “nido d’ape” (con fascectomia selettiva), nelle forme che interessano un solo raggio della mano, in assenza di una grave recidiva, della diatesi fibroblastica e/o di una grave contrattura datante da lungo tempo dell’interfalangea prossimale;
- la tecnica di Skoog, nelle forme che interessano più raggi digitali, in assenza di una grave recidiva, della diatesi fibroblastica e/o di una grave contrattura datante da lungo tempo delle interfalangee prossimali;
- l’artrolisi aggiuntiva alla fascectomia selettiva, nei casi con contrattura recente della interfalangea prossimale non > 70-80°;
- la preliminare esecuzione della tecnica di estensione continua, nei casi di grave contrattura datante da lungo tempo dell’interfalangea prossimale;
- la dermofascectomia e innesto cutaneo a tutto spessore, nei casi con grave recidiva della malattia di Dupuytren e/o con diatesi fibroblastica.